La giustizia italiana si trova nuovamente nel mirino dell’intimidazione, con un atto crudele e macabro che ha colpito la Gip del tribunale di Lecce, Maria Francesca Mariano. La testa di un capretto, mozzata e trafitta da una lunga lama, è trovata all’ingresso della sua abitazione. Un gesto che sottolinea il pericolo a cui sono esposti coloro che lavorano per la giustizia, in particolare coloro che affrontano con determinazione il mondo criminale.

Il Contesto:
La giudice Mariano è finita oggetto di minacce in passato e attualmente è sotto scorta a causa delle intimidazioni subite in seguito agli arresti disposti per 22 affiliati al clan Lamendola-Cantanna. Il clan, ritenuto vicino alla Sacra corona unita, è colpito da provvedimenti giudiziari, e da allora sia la Gip che la pm Carmen Ruggiero, che ha chiesto gli stessi arresti, sono diventate bersagli di ripetute minacce.

Il Ritrovamento Macabro:

La testa di capretto, con una lama infilzata, è stata posizionata in modo sinistro all’ingresso della residenza della giudice. Accanto ai resti dell’animale, un cartello recava la scritta eloquente: “Così”. Un segno non solo di intimidazione, ma anche di sfida nei confronti delle istituzioni e di coloro che cercano di contrastare la criminalità organizzata.

La Reazione delle Autorità:

L’atto crudele ha scatenato una nuova ondata di preoccupazione nelle autorità giudiziarie. La giudice Mariano e la pm Ruggiero si trovano ora in una situazione di estrema vulnerabilità, e le forze dell’ordine stanno intensificando i loro sforzi per garantire la sicurezza di entrambe le figure chiave nel perseguire la legalità.