Una serie di sequestri condotti dai carabinieri del comando provinciale di Avellino e della compagnia di Baiano ha portato al ritrovamento di una decina di caricabatterie simili a quello che causò la morte di una giovane di 16 anni a Montefalcione, in Irpinia. Questo intervento fa parte di un’operazione nazionale che ha portato al sequestro di circa 15.000 caricabatterie in tutta Italia. Cinque imprenditori sono sotto indagine per omicidio colposo, frode in commercio e vendita di prodotti industriali contraffatti. Quattro di loro sono di nazionalità cinese, mentre uno è italiano con sedi operative in provincia di Firenze e Milano.

Secondo quanto riportato dai militari del Racis (Reparto Anticrimine Informatico per la Sicurezza), se il caricabatterie fosse stato conforme alle normative europee, la giovane Maria Antonietta Cutillo sarebbe ancora viva. Questa conclusione è stata tratta dalla relazione tecnica stilata dopo il tragico decesso della ragazza.

L’obiettivo principale di queste azioni è bloccare la vendita di caricabatterie non conformi alle norme di sicurezza, al fine di prevenire futuri incidenti simili a quello che ha causato la morte di Mariantonietta. Le indagini sono ancora in corso e si concentrano sulla verifica della conformità dei prodotti sequestrati alle normative europee.

La morte di Mariantonietta Cutillo, avvenuta nove mesi fa, ha rappresentato un grave evento per la comunità di Montefalcione e ha evidenziato la necessità di un controllo più rigoroso sulla sicurezza dei prodotti industriali venduti sul mercato. La giovane frequentava il secondo anno presso un istituto alberghiero ad Avellino e aveva già pianificato di specializzarsi nell’indirizzo enogastronomico per il triennio successivo, prima che la sua vita fosse tragicamente interrotta.