L’INPS ha avviato azioni per recuperare i soldi della pensione in determinati casi in cui i pensionati non rispettano le condizioni previste per il trattamento previdenziale. Questa pratica di imporre limiti e condizioni alle misure previdenziali è comune e mira a garantire che le risorse siano distribuite equamente e correttamente. Spesso, i casi di restituzione coinvolgono pensionati che cercano di sbarcare il lunario attraverso lavori occasionali o di breve durata, violando le regole stabilite per la percezione della pensione. Ad esempio, potrebbero essere violati i divieti di cumulo o superati i limiti previsti per la compatibilità di un’attività lavorativa con la pensione.
Per esempio, la Quota 103 prevede il divieto di cumulo del reddito da lavoro, mentre altre misure possono consentire il lavoro entro specifiche soglie di reddito. La legge di Bilancio 2024 ha introdotto alcune modifiche, confermando il divieto di cumulo della pensione con i redditi da lavoro dipendente o autonomo fino al perfezionamento dei requisiti per la pensione di vecchiaia.
Tuttavia è fatta eccezione per i redditi da lavoro autonomo occasionale, ammettendo il cumulo fino a un massimo di 5.000 euro lordi annui. Questa normativa è stata resa pubblica dall’INPS il 30 gennaio 2024.
Per quanto riguarda l’Ape sociale, è importante notare che non è compatibile con ammortizzatori sociali di sostegno al reddito e che è incompatibile con il reddito da lavoro dipendente o autonomo. Anche in questo caso, vi è un limite di reddito da lavoro autonomo occasionale di 5.000 euro lordi annui.
In entrambi i casi, superare tali limiti comporta la decadenza dal beneficio e la richiesta di restituzione dei soldi percepiti indebitamente. Pertanto, i pensionati devono essere consapevoli delle condizioni e dei limiti previsti per le misure previdenziali per evitare sanzioni e restituzioni indebite.