Il Grand Hotel La Sonrisa di Sant’Antonio Abate, noto come “Il Castello delle Cerimonie”, affronta una crisi senza precedenti dopo che la Corte di Cassazione ha emesso una sentenza definitiva, dichiarando la struttura frutto di una lottizzazione abusiva. Questo verdetto ha gettato un’ombra sul futuro del celebre hotel, lasciando centinaia di cerimonie già prenotate negli anni a venire sospese nel limbo dell’incertezza. La Sonrisa, una volta fiore all’occhiello della ristorazione e dell’intrattenimento di lusso, si trova ora ad affrontare una chiusura imminente o addirittura definitiva. Con la confisca degli immobili e dei terreni circostanti, prevista per oltre 44.000 metri quadrati, la struttura passerà sotto il controllo del Comune, segnando la fine di un’era.

Le origini delle controversie legali risalgono ai primi anni Duemila, quando il procuratore di Torre Annunziata Diego Marmo iniziò le azioni per demolire una parte dell’albergo ritenuto abusivo. Da allora, una serie di indagini ha portato alla sentenza di giovedì scorso, confermando il reato di lottizzazione abusiva e ordinando la confisca.

La famiglia Polese, che gestiva l’hotel, si trova ora ad affrontare un futuro incerto. Non potrà partecipare alla gestione della struttura, vista la responsabilità attribuita per gli abusi edilizi commessi nel corso dei decenni. Le opzioni sul tavolo includono la demolizione dell’intero complesso, sebbene questa sia considerata l’ultima risorsa, o la chiusura temporanea in attesa di una nuova gestione tramite un bando comunale.

Indipendentemente dalla soluzione adottata, l’incertezza regna sovrana per i lavoratori stagionali e fissi che rischiano di perdere il loro sostentamento. Il destino della Sonrisa rappresenta non solo la fine di un’icona napoletana, ma anche la perdita di un importante polo di occupazione e intrattenimento per la comunità locale.

Mentre le istituzioni cercano una via d’uscita che salvaguardi almeno in parte il patrimonio e gli interessi dei lavoratori coinvolti, il futuro del Grand Hotel La Sonrisa rimane avvolto nell’incertezza, in attesa di una risoluzione che segnerà profondamente il paesaggio socio-economico di Sant’Antonio Abate.