Il clima è teso a Roma, davanti al portone chiuso di Palazzo Chigi, dove il presidente della Regione Campania, Vincenzo De Luca, è giunto in attesa di essere ricevuto. Dietro di lui, una cordata di sindaci provenienti da varie parti d’Italia si trova bloccata dalla polizia su via del Corso, manifestando con urla di protesta e canti, definendo i presenti “fascisti” e intonando il celebre inno partigiano “Bella Ciao”. Il governatore De Luca, visibilmente agitato, risponde alle contestazioni dei manifestanti con fermezza: «E allora chiedete che qualcuno venga qui a parlare, sennò dovete caricarci, è chiaro? Ci dovete uccidere», urla. Il suo intervento si concentra sulla contestata legge sull’autonomia differenziata, definendola una “legge truffa” e dichiarando guerra a coloro che la sostengono.

«La legge sull’autonomia differenziata è una legge truffa e siamo qui per combatterla a Roma. Quelli in piazza oggi sono i principali avversari e nemici della cialtroneria meridionale», proclama il governatore con determinazione. De Luca continua esponendo le sue posizioni, sottolineando la sua opposizione alla legge che, a suo dire, favorisce le regioni più ricche a discapito del Sud.

Il presidente campano critica aspramente il meccanismo dell’autonomia differenziata, sostenendo che consente alle regioni più ricche di incamerare risorse a costo zero per lo Stato, mentre penalizza il Mezzogiorno, portando al declino dei servizi essenziali come la sanità e l’istruzione. «Siamo di fronte a una legge truffa e siamo qui per combatterla», conclude De Luca, ribadendo la sua determinazione nel contrastare ciò che ritiene un grave danno per il Sud e per l’intera Italia.