L’incertezza occupazionale si è abbattuta pesantemente sui circa 150 dipendenti del rinomato Grand Hotel “La Sonrisa”, noto al grande pubblico come “il castello delle cerimonie”, situato nel comune di Sant’Antonio Abate, nel napoletano. La struttura, confiscata e affidata al comune, sta vivendo un periodo di crisi a causa di una serie di disdette da parte di coppie che avevano programmato di celebrare le proprie nozze presso il famoso ristorante-hotel. Nonostante la struttura rimanga aperta, il futuro dei dipendenti è ora avvolto da un’incognita angosciante. Emma, addetta alla reception, esprime il sentimento diffuso tra i colleghi: “Abbiamo appreso solo dai media della sentenza che riguarda la nostra fonte di lavoro. Stiamo vivendo momenti di profonda angoscia ed incertezza, perché vogliamo continuare a lavorare.”
Al momento, la struttura è impegnata nell’organizzazione di eventi precedentemente pianificati, comprese numerose cerimonie nuziali programmate nei prossimi mesi. “Ci sono coppie di sposi per le quali sono già organizzate cerimonie nuziali da qui ai prossimi mesi”, spiega Emma. “Ci chiedono cosa sta succedendo. E noi, che abbiamo sempre rispettato la clientela accogliendola e assistendola con grande attenzione e impegno, per la prima volta siamo costretti a rispondere con vaghezza.”
I lavoratori si sono riuniti davanti al comune per esporre le loro preoccupazioni al sindaco Ilaria Abagnale. Non trovandola presente, hanno programmato una marcia nelle strade di Sant’Antonio Abate per giovedì mattina, partendo dai cancelli del castello. “Abbiamo chiesto rispettosamente le autorizzazioni alle forze dell’ordine e al comune”, sottolinea Emma, “perché noi non vogliamo disturbare né fare baccano.”
Questa situazione non solo mette a rischio il sostentamento delle famiglie dei dipendenti ma rappresenta anche una minaccia per l’immagine della città, resa famosa proprio grazie al servizio di qualità offerto dal Grand Hotel “La Sonrisa”. I lavoratori, pertanto, chiedono certezze sul loro futuro occupazionale e sperano che le istituzioni locali possano intervenire per garantire la continuità lavorativa e la salvaguardia dei posti di lavoro.