Il governo ha annunciato di recente l’iniziativa “Patto per la Terza Età”, un piano ambizioso volto a riformare l’assistenza fornita a circa 14 milioni di anziani, di cui 3,8 milioni non autosufficienti. La novità principale è l’introduzione di una prestazione universale per l’assistenza agli anziani non autosufficienti, prevista dalla legge-delega n. 33/2023 e programmata per il periodo compreso tra il 1° gennaio 2025 e il 31 dicembre 2026. Tuttavia, è importante notare che questa misura è stata prevista solo in via sperimentale per il biennio 2025-2026 e che le risorse per attuarla dovranno provenire da un fondo specifico, attualmente non istituito.
La prestazione universale prevede l’erogazione di un assegno integrativo di assistenza di circa 1.000 euro mensili a favore di anziani over 80 non autosufficienti, con un Isee inferiore a 6.000 euro e già titolari di un’indennità di accompagnamento.
L’INPS sarà responsabile dell’erogazione della misura, previa verifica dei requisiti da parte del potenziale beneficiario. Dalle informazioni disponibili, sembra che il richiedente dovrà presentare una specifica domanda online tramite il sito dell’INPS o attraverso i patronati.
L’assegno sarà composto da una quota fissa, pari all’indennità di accompagnamento (531,76 euro), e una quota integrativa, denominata “assegno di assistenza”, pari a 850 euro mensili, per un totale di circa 1.380 euro mensili. Questa quota integrativa, esente da imposizione fiscale, avrà lo scopo di coprire i costi del lavoro di cura e assistenza forniti da lavoratori domestici o da servizi assistenziali specializzati.
L’erogazione dell’assegno potrà avvenire direttamente in favore del beneficiario (in caso di assistenza domiciliare) o in favore della struttura che ospita l’anziano (in caso di assistenza residenziale). L’importo dell’assegno dovrà essere restituito se non sarà utilizzato integralmente, ma il diritto del beneficiario di continuare a percepire l’indennità di accompagnamento rimane inalterato.