L’omicidio di Alfonso Fontana, avvenuto nella tarda serata di mercoledì a Torre Annunziata, ha scosso profondamente la comunità locale e ha sollevato interrogativi riguardo alle dinamiche del crimine organizzato nella zona. Fontana, 24 anni, già noto alle forze dell’ordine, è rimasto colpito da almeno 4 proiettili sparati da sicari, e le indagini dei carabinieri sono in corso per comprendere il movente di questo brutale omicidio. I legami di Fontana con la criminalità organizzata di Castellammare di Stabia, in particolare con il clan “Fasano”, stanno emergendo come possibili chiavi di lettura per comprendere il contesto in cui è avvenuto il delitto.
La famiglia “Fasano” è attiva nel rione Acqua della Madonna ed è nota per essere una storica rivale del clan D’Alessandro. Fontana, considerato un rampollo dei “Fasano”, ha una storia familiare segnata dalla criminalità, con uno zio precedentemente pentito che finì ucciso ad Agerola nel 2017 e un fratello che si era pentito dopo aver fatto parte del clan Omobono Scarpa.
L’omicidio di Fontana ha destato indignazione anche per il luogo in cui è avvenuto: Corso Umberto I, a pochi passi dal Tribunale e accanto alla pasticceria “La Principessa”. Si sta cercando di raccogliere testimonianze e analizzare le telecamere di sorveglianza della zona per identificare gli assassini e ricostruire la dinamica dell’evento.
Le reazioni delle istituzioni e della comunità sono forti e determinate. Il Comitato anticamorra per la legalità ha espresso la propria condanna, sottolineando la giovane età della vittima e il suo passato criminale, come esempio della tragica realtà in cui la camorra recluta giovani adolescenti e fa loro pagare un prezzo altissimo.