Un’indagine condotta dalla Procura di Napoli Nord e dalla Polizia Ferroviaria (Compartimento Campania) ha portato all’arresto e al carcere di un 46enne di Giugliano in Campania, coinvolto in un intricato giro di crimini che collega il furto di rame all’uso di auto usate per compiere furti. L’uomo risultava essere il titolare di una società di compravendita di auto, con ben 630 veicoli intestati, tutti successivamente sequestrati. Questi veicoli, secondo le indagini, erano spesso utilizzati dai residenti di un grande insediamento rom a Giugliano per commettere furti di rame nelle stazioni ferroviarie e perpetrare altri reati.

L’indagine è scaturita dalla necessità di identificare gli autori dei furti di considerevoli quantità di rame dalle linee ferroviarie. La Polizia Ferroviaria è riuscita a scoprire un business illecito che gravitava attorno alle società del 46enne arrestato. Nonostante la società avesse 630 auto a suo nome, non presentava dichiarazione dei redditi da oltre dieci anni, non aveva uffici vendite e neppure un parco auto fisico.

Molte delle auto riconducibili alla società del 46enne sono rinvenute nel campo rom. Secondo le leggi vigenti, l’arrestato avrebbe dovuto intestarsi temporaneamente le auto per poi rivenderle, ma le vetture, è emerso, non erano mai cedute. Questo stratagemma consentiva di evitare il pagamento delle tasse sul passaggio di proprietà e dell’imposta di trascrizione provinciale.

L’uomo è ora accusato di falso in atto pubblico con induzione in errori di pubblici ufficiali e truffa aggravata. L’indagine e l’arresto testimoniano il collegamento intricato tra vari fenomeni criminali, evidenziando come la lotta contro il crimine richieda un approccio olistico e coordinato da parte delle autorità.