Nonostante gli annunci e gli stanziamenti di fondi, il programma di decontribuzione per le mamme lavoratrici a tempo indeterminato con almeno due figli nel settore privato, previsto dalla Legge di Bilancio, è attualmente in una fase di stallo. La misura, che coinvolge circa 700 mila persone, era presentata come una delle più significative dal governo Meloni, con uno stanziamento di 450 milioni di euro. Tuttavia, l’attuazione pratica della decontribuzione è bloccata a causa del mancato rilascio della circolare esplicativa da parte dell’INPS. Il documento avrebbe dovuto fornire le istruzioni dettagliate per il calcolo e l’erogazione dei 140 euro netti mensili promessi alle lavoratrici madri a partire dal 2 gennaio. Finora, nessuna donna ha visto materializzarsi questo beneficio, causando frustrazione e delusione tra le destinatarie.
La Premier Giorgia Meloni aveva sottolineato l’importanza di questa misura, che cercava di compensare il contributo sociale delle donne che hanno almeno due figli, incoraggiando la natalità in un momento in cui l’Italia ha bisogno di invertire il declino demografico.
La decontribuzione era inizialmente concepita come una misura che avrebbe fornito un massimo di 3.000 euro annui, senza limiti reddituali, con la maggior parte delle lavoratrici che avrebbero ricevuto poco più di 140 euro al mese. La norma, valida solo per il 2024, richiede che almeno uno dei due figli abbia meno di dieci anni. Tuttavia, per coloro che hanno tre figli, di cui uno ancora minorenne, la misura sarebbe stata estesa fino al 2026.
Il ritardo nell’emissione della circolare dell’INPS ha generato incertezza e preoccupazione tra le lavoratrici madri che attendono il beneficio promesso. La circolare è attualmente in fase di stesura e dovrà essere successivamente sottoposta all’approvazione del ministero vigilante dell’Economia. Nel frattempo, le lavoratrici sono in attesa di vedere i risultati concreti di una misura attesa con grande interesse.