Ha superato uno dei momenti più drammatici della sua storia ultracentenaria (l’azienda è fondata nel 1846 da Antonio Rummo) proprio grazie ad una mobilitazione avviata anche attraverso i social. Nel 2015 il pastificio Rummo – oggi colpito da una campagna di ‘boicottaggio’ sul web in reazione alla visita nello stabilimento del ministro Salvini – finì duramente colpito dall’alluvione che devastò parte del Sannio. Allora i suoi dipendenti si rimboccarono le maniche per far ripartire l’azienda ma in tantissimi collaborarono – grazie al passa parola sui social – a rimuovere il fango e far ripartire la produzione. Il sostegno venne anche dal mondo dello spettacolo e delle istituzioni.

Sempre sui social divenne virale dopo l’alluvione l’hashtag #saveRummo per invitare all’acquisto della pasta beneventana. Lo stabilimento, poi visitato nel 2017 anche dall’allora presidente del Consiglio, Paolo Gentiloni. “Quando siamo rimasti colpiti dall’alluvione, tutta Italia ci e’ stata accanto”, fu il grazie del patron Cosimo Rummo. Nel 2011, insieme ad altre tre società italiane, l’azienda aveva ricevuto dal presidente della Repubblica Giorgio Napolitano il premio ‘Leonardo Qualità Italia’ per l’innovazione di qualità nei prodotti, combinata con una forte proiezione internazionale, commerciale e produttiva.

L’anno precedente l’azienda aveva ottenuto da Legambiente il premio all’Innovazione Amica dell’Ambiente per aver ridotto del 30% le emissioni di CO2 grazie all’installazione di un moderno impianto di rigenerazione. Oggi Pasta Rummo, che conta oltre 160 dipendenti ed ha chiuso il 2022 con un fatturato di oltre 170 milioni di euro (+ 26,5% rispetto al 2021), è tra i più importanti produttori di pasta di alta gamma con una consolidata presenza in oltre 60 Paesi in tutto il mondo. Nel 2021 le è stato dedicato un francobollo celebrativo nella serie delle “Eccellenze del sistema produttivo” promossa dal ministero dello Sviluppo.