Per trasferire la droga senza destare sospetti era utilizzata anche un’ambulanza dai narcotrafficanti di uno dei due gruppi criminali sgominati oggi dai carabinieri e dalla Dda di Napoli che hanno eseguito complessivamente 29 misure cautelari. Il gruppo in questione era capeggiato dai fratelli Vincenzo e Salvatore Della Monica e da Michele Nacca che, in segno di rispetto, si era fatto tatuare su una spalla le iniziali dei narcos Imperiale, Carbone e Mauriello, elemento che ha anche contribuito alla sua identificazione. L’ambulanza era usata, sostengono gli inquirenti, per spostare hashish e cocaina nei depositi presenti sul territorio.
A capo dell’altro gruppo finito al centro dell’indagine c’era invece il triumvirato composto da Simone Bartiromo (al quale sono sequestrati dei pizzini su cui era annotata la contabilità), Roberto Merolla e Giovanni Cortese, il quale teneva in piedi anche canali di approvvigionamento con la Calabria. Per tutti i capi il gip Maria Laura Ciollaro ha disposto il carcere. Determinante, per fare luce sull’esistenza delle due bande, è stato il monitoraggio del narcotrafficante Bruno Carbone, socio in affari del narcos Raffaele Imperiale, come lui oggi collaboratore di giustizia, arrestato in Siria e all’epoca dei fatti residente a Dubai da dove si teneva in contatto con i suoi sodali utilizzando i criptotelefonini EncroChat e il sistema Sky-Ecc.
A vìolare la sicurezza di questi dispositivi (il cui uso è venuto alla luce nel corso di una maxi operazione coordinata da Europol e condotta dalle forze dell’ordine di Francia, Olanda e Gran Bretagna) sono state le polizie di Francia e Olanda. Ad utilizzare il sistema era il gruppo riconducibile ai fratelli Della Monica e a Nacca, come emerge da una intercettazione agli atti.