La comunità di Torre Annunziata e dintorni si è trovata a fronteggiare una situazione critica e dolorosa dopo la morte di una neonata di soli 3 mesi, causata forse anche dalla chiusura del Pronto Soccorso dell’ospedale. Tuttavia, la mobilitazione dei cittadini è rimasta deludentemente limitata durante un flashmob organizzato per protestare contro la carenza di medici, impedendo la riapertura dell’importante presidio medico. Ieri mattina, i manifestanti si sono radunati davanti all’ospedale di Boscotrecase, ma la presenza di partecipanti è stata inferiore alle aspettative, generando un senso di disappunto tra coloro che si erano uniti per sostenere la causa.
Le parole dei presenti hanno riflesso una profonda delusione e una richiesta di maggiore impegno collettivo: “Basta scuse, il Pronto Soccorso di Boscotrecase deve riaprire immediatamente – hanno esclamato – Dove sono gli altri? Ci aspettavamo di vedere mezza Torre Annunziata presente e invece siamo pochi. Vergogna! Sapete protestare solo su Facebook, ma a che serve? Metteteci la faccia!”.
Queste parole hanno sottolineato il senso di frustrazione e la mancanza di una partecipazione più ampia da parte della comunità. La presenza di pochi partecipanti ha lasciato un’impronta di delusione, esprimendo la necessità di un coinvolgimento più attivo e tangibile per affrontare questa grave situazione.
La manifestazione, organizzata dai movimenti vesuviani, ha visto la partecipazione del senatore Orfeo Mazzella, degli ultrà del Savoia, delle associazioni locali e dei cittadini stessi. Durante l’evento, è stato affisso uno striscione con la frase “C’avite accise a salute”, esprimendo il profondo disagio e la rabbia della comunità per la mancata riapertura del Pronto Soccorso.
Mimmo Sella, uno dei promotori della protesta, ha dichiarato l’intento di stabilire un presidio permanente e ha assicurato un impegno costante nella lotta per la riapertura del servizio. Si è anche annunciato un nuovo appuntamento il 2 gennaio in Villa Comunale alle 19 per organizzare un’altra manifestazione pubblica, sottolineando la volontà di perseverare finché non si otterrà la riapertura.