L’arresto di Costantino Cetrola, dipendente delle Poste Italiane residente nel Vallo di Diano, ha scosso l’opinione pubblica a seguito delle accuse di molteplici condotte illegali coinvolgenti il patrimonio, la fede pubblica e la libertà personale. Il sospetto di Cetrola è emerso in seguito a un’indagine avviata dopo oltre 20 segnalazioni di cittadini al comando dei Carabinieri valdianesi, che lamentavano notevoli mancanze di denaro sui propri conti correnti presso le Poste Italiane.
Le accuse che pesano su Cetrola indicano presunti comportamenti fraudolenti, con l’ipotesi di sfruttamento della fiducia dei clienti per prelevare indebitamente somme di denaro dai loro conti. Queste operazioni, secondo l’inchiesta in corso, includono il dirottamento di fondi su conti esteri e attività di trading finanziario, coinvolgendo investimenti in oro, criptovalute come il Bitcoin e valuta straniera. L’arresto di Cetrola, avvenuto in seguito a gravi indizi che lo collegano a tali attività illegali, è accompagnato dal sequestro di circa 650.000 euro.
È importante sottolineare che, nonostante le prove raccolte, la presunzione di innocenza rimane un principio fondamentale. L’indagine è ancora in corso e spetta alle autorità competenti stabilire la verità dei fatti.