L’Italia si prepara a importanti cambiamenti nel suo sistema fiscale con modifiche alle aliquote contributive e all’Imposta sul Reddito delle Persone Fisiche (Irpef), progettate per aumentare il reddito delle famiglie nel paese. Secondo le stime della Banca d’Italia, nel corso del 2024 si prevede un aumento medio dell’1,5%, equivalente a circa 600 euro in più all’anno per tre nuclei familiari su quattro. Le misure proposte all’interno della Legge di Bilancio, presentate in audizione dinanzi alle commissioni Bilancio di Camera e Senato da Andrea Brandolini, vice capo dipartimento Economia e Statistica, prevedono interventi espansivi per un totale di 34,7 miliardi di euro nel prossimo anno.

Tuttavia, nonostante il potenziale impatto positivo, Carlo Bonomi, presidente di Confindustria, ha espresso sia apprezzamento che preoccupazione. Ha sottolineato l’assenza di strategie per sostenere gli investimenti privati, promuovere la crescita e garantire la competitività nel contesto economico italiano.

L’esonero contributivo si configura come il principale responsabile dell’aumento del reddito previsto per il 75% delle famiglie italiane. Le modifiche all’Irpef contribuiranno invece all’incremento per il restante 25%, con benefici maggiori per le famiglie collocate tra il secondo e il sesto decimo della distribuzione del reddito.

L’obiettivo principale del governo Meloni è ridurre il cuneo fiscale elevato. Tuttavia, la sostenibilità di tale misura è una questione rilevante da ponderare, come indicato da Andrea Brandolini. È necessario individuare risorse certe e strutturali nel lungo termine per finanziare questo progetto.

Ma come funzionano queste nuove misure?

Le misure includono un rinnovo del taglio del cuneo fiscale per il 2024, pari a circa 10 miliardi di euro, e la riforma delle aliquote Irpef con l’accorpamento dei primi due scaglioni e l’applicazione di un’aliquota al 23%. Questo potrebbe tradursi in un aumento medio di circa 1.000 euro all’anno in busta paga per i lavoratori, contribuendo in modo significativo al reddito disponibile delle famiglie.

Le modifiche del Decreto Lavoro di maggio 2023 hanno già ridotto l’aliquota contributiva a carico del lavoratore, con un beneficio confermato per l’intero 2024. I lavoratori con redditi medi godranno di un aumento massimo di 110 euro netti al mese, mentre autonomi e pensionati vedranno vantaggi soprattutto dall’accorpamento dei primi due scaglioni Irpef.