In una vicenda che ha destato polemiche e sconcerto, Dimitri Fricano, condannato a trent’anni di reclusione per aver ucciso la sua fidanzata con 57 coltellate nel 2017 in Sardegna, continuerà a scontare la sua pena a casa propria, a Biella. La decisione è presa dal Tribunale di sorveglianza di Torino, che ha sottolineato i rischi per la vita del detenuto, considerato un “grande obeso”. Il tragico episodio si è verificato l’11 giugno del 2017 a San Teodoro, in provincia di Sassari, quando Fricano ha inflitto 57 coltellate a Erika Preti, la sua fidanzata di 28 anni. Il movente sembra essere stato un banale rimprovero: la vittima aveva rimproverato Fricano perché stava facendo troppe briciole poco prima di andare in spiaggia.

La decisione di far scontare la pena a casa, basata sulla condizione fisica del detenuto, ha sollevato numerose critiche. Molti sostengono che la gravità del crimine commesso dovrebbe essere proporzionata alla severità della pena, indipendentemente dalle condizioni di salute del colpevole.

Il tribunale ha giustificato la sua decisione citando il rischio per la vita di Fricano in un ambiente carcerario, considerando il suo stato di obesità. Tuttavia, questa scelta ha suscitato indignazione tra coloro che ritengono che la sicurezza pubblica debba essere preservata e che il sistema giudiziario debba garantire giustizia e deterrenti adeguati per crimini così gravi.