La legge di bilancio del prossimo anno introduce importanti cambiamenti nel sistema pensionistico italiano, andando oltre l’aumento standard dovuto alla rivalutazione. Una delle principali innovazioni riguarda la riduzione dei canali di accesso alla pensione anticipata rispetto all’età di vecchiaia stabilita a 67 anni. Ciò significa l’introduzione di penalizzazioni per coloro che decidono di andare in pensione prima di questa età, tuttavia è data la possibilità a chi non raggiunge un importo pensionistico pari a 1,5 volte l’assegno sociale di ritirarsi a 67 anni anziché attendere i 71 previsti attualmente.
In sintesi, le nuove misure per il pensionamento nel prossimo anno includono la possibilità di ritirarsi a 67 anni per coloro che non raggiungono un importo pensionistico di almeno 1,5 volte l’assegno sociale, sebbene ciò sia soggetto a modifiche future.
Impatto dell’aumento dei prezzi sulle pensioni
L’aumento dei prezzi, con un tasso fissato al 5,4% per il 2024, avrà un impatto significativo sugli assegni pensionistici. Si prevede un aumento fino a 122 euro per gli assegni fino a quattro volte il minimo, ovvero fino a 2.272,96 euro lordi. Attualmente, il trattamento minimo per il 2023 è fissato a 563,74 euro, ma ciò sarà aggiornato considerando anche la differenza tra l’acquisto recuperato nel 2023 (7,3%) e quella effettiva registrata nel 2022 (8,1%).
Chi ha un reddito pensionistico compreso tra quattro e cinque volte il minimo (da 2.272,96 euro a 2.841,2 euro al mese) avrà un recupero del 4,59% (l’85% del 5,4%), con un aumento massimo previsto di 130,41 euro.
Coloro che percepiranno una pensione compresa tra cinque e sei volte il minimo (da 2.841,2 euro a 3.409,44 euro al mese) otterranno un recupero del 53%, equivalente a un aumento massimo del 2,862% pari a 97,57 euro.
Infine, chi riceve una pensione fino a otto volte il minimo (4.545,92 euro al mese) avrà diritto a un recupero del 47% dell’inflazione, portando ad un aumento massimo del cedolino pari a 115,37 euro.