“Spesso faccio un gioco, immagino che tu mi abbia chiamato il 27 Maggio, che io abbia preso un treno Genova-Milano e abbia acquistato due biglietti Milano-Genova, uno per me ed un per te. Per scappare insieme”. Lo scrive su Instagram Chiara Tramontano, sorella di Giulia, la 29enne incinta al settimo mese uccisa a coltellate dal fidanzato, Alessandro Impagnatiello, il 27 maggio scorso a Senago. “E invece non ho comprato nessun biglietto, ma odio tutti i viaggi che mi portano a Genova senza te, a Napoli senza te, a Milano senza te, ovunque senza noi. Poi mi immagino come sarebbe stata la vita se mi avessi chiamato. Quella sì che sarebbe stata vita”, conclude il post.

Intanto la procura di Milano ha presentato la richiesta di giudizio immediato per Alessandro Impagnatiello, accusato di aver ucciso la sua compagna, Giulia Tramontano, incinta al settimo mese, con ben 37 coltellate il 27 maggio scorso. L’accusa ha contestato al barman quattro aggravanti: aver agito con crudeltà, aver premeditato il delitto, essere mosso da futili motivi e aver accoltellato la propria convivente. La decisione sulla richiesta del rito immediato spetterà alla gip di Milano, Angela Minerva.

L’indagine, condotta dai carabinieri del Nucleo investigativo e coordinata dal pm Alessia Menegazzo insieme all’aggiunto Letizia Mannella, suggerisce che Impagnatiello abbia ucciso la sua compagna Giulia con 37 coltellate e poi abbia cercato di bruciare e disfarsi del corpo, che è stato ritrovato quattro giorni dopo l’omicidio tra le sterpaglie vicino a dei box, non lontano dalla loro abitazione a Senago, nel Milanese.

L’omicidio di Giulia Tramontano, incinta di sette mesi, ha scosso l’opinione pubblica e innescato un acceso dibattito sulla violenza di genere in Italia. La richiesta di giudizio immediato rappresenta un passo importante nel processo legale contro l’accusato e potrebbe accelerare l’iter giudiziario in questo caso delicato e tragico.