La Corte d’Assise di Napoli ha emesso una sentenza di ergastolo per Antonio Martone, 37enne di Sant’Antonio Abate, accusato di aver bruciato vivo il proprio fratello Domenico Martone. L’accusa sostiene che Antonio abbia commesso questo atroce crimine al fine di incassare i soldi delle polizze assicurative, precedentemente firmate dallo stesso fratello. Il corpo semicarbonizzato di Domenico Martone finì ritrovato in una strada di campagna al confine con Lettere la sera del 30 marzo 2022. Le indagini, condotte dai carabinieri della compagnia di Castellammare di Stabia e coordinate dalla Procura di Torre Annunziata, hanno rivelato che il delitto è perpetrato all’interno del contesto familiare.

L’accusa ha sostenuto che Antonio Martone abbia pianificato e commesso l’omicidio per lucrare sulle polizze assicurative che egli stesso aveva fatto firmare al fratello. La sentenza di ergastolo sottolinea la gravità del gesto e la deliberata crudeltà utilizzata per ottenere vantaggi finanziari personali.

La comunità locale finì sconvolta dalla brutalità di questo omicidio all’interno di una famiglia, un atto che ha messo in luce l’aspetto oscuro e egoistico di alcuni individui.