Nel corso di un processo giudiziario recente a Benevento, una giovane di Paolisi è condannata a otto mesi di reclusione per tentato contrabbando di dispositivi idonei a effettuare comunicazioni all’interno del carcere. Questa sentenza è notevolmente meno severa rispetto ai due anni di reclusione richiesti dal Pubblico Ministero, rappresentando un colpo di scena nella vicenda giudiziaria. L’accusa nei confronti della giovane, difesa dall’avvocato Stefano Melisi, è derivata da un episodio avvenuto il 15 dicembre del 2021 presso il penitenziario di contrada Capodimonte a Benevento. Secondo quanto emerso dalle indagini, la ragazza aveva pianificato un incontro con il suo convivente, attualmente detenuto in quella struttura. Tuttavia, durante il controllo di sicurezza, gli agenti della polizia penitenziaria avevano scoperto che la giovane aveva due schede SIM nascoste negli slip, avvolte da nastro adesivo.

L’importanza di questa vicenda giudiziaria risiede nella sentenza emessa dal giudice Rotili, che ha decisamente ridotto la pena rispetto alla richiesta iniziale del Pubblico Ministero. La giovane è condannata a otto mesi di reclusione anziché i due anni chiesti dalla procura, dimostrando la complessità e la delicatezza delle questioni relative al contrabbando di dispositivi di comunicazione all’interno dei penitenziari.