Una sentenza emessa dalla II sezione civile del Tribunale di Roma il 23 ottobre 2023 ha stabilito che lo Stato dovrà pagare un risarcimento di 670.000 euro agli eredi di un uomo romano. L’uomo aveva subito trasfusioni di sangue infetto 38 anni fa presso l’ospedale di Bracciano ed era poi deceduto nel 2015 a causa delle complicazioni dovute alla malattia epatica.

Le Cause del Ricorso:
La moglie e i nipoti della vittima hanno presentato un ricorso al Tribunale per i diritti del malato e hanno incaricato l’avvocato Maurizio Albachiara di rappresentarli in tribunale. Nel loro ricorso, hanno citato il Ministero della Salute, cercando di stabilire la responsabilità del Ministero per non aver adeguatamente controllato le sacche di sangue destinate alla trasfusione e per i danni subiti a seguito del decesso del loro congiunto.

Riconoscimento del Nesso Causale:

Contestualmente all’avvio del procedimento legale, la Commissione Medico Ospedaliera di Roma ha riconosciuto il nesso tra le complicanze legate alla patologia epatica e il decesso della vittima. Dopo un’attenta indagine, il giudice del Tribunale di Roma ha stabilito la presenza del nesso eziologico tra le trasfusioni di sangue infetto, la patologia epatica e la morte della vittima. Non sono emersi altri fattori causali legati al comportamento della vittima, e non ci sono stati elementi oggettivi che indicassero la mancata sottoposizione dei donatori ai necessari controlli.

Responsabilità del Ministero della Salute:

La sentenza ha riconosciuto la responsabilità del Ministero della Salute per non aver supervisionato e controllato adeguatamente il sangue utilizzato nelle trasfusioni. Inoltre, il Ministero non ha verificato se il sangue dei donatori presentava alterazioni delle transaminasi. In conseguenza di ciò, il Ministero è stato condannato al pagamento di 400.000 euro in favore della moglie e del figlio della vittima a titolo di risarcimento per il danno subito a causa della perdita del rapporto parentale. Inoltre, il Ministero dovrà pagare 268.000 euro in favore dei due nipoti della vittima, in riconoscimento del particolare legame che li legava al nonno.