In un caso senza precedenti che ha scosso il mondo della polizia, due fratelli poliziotti sono finiti arrestati con l’accusa di aver simulato una rapina con la loro pistola di ordinanza per rassicurare i creditori. Questa incredibile vicenda giudiziaria è emersa come risultato di un’indagine condotta dalla Procura della Repubblica di Napoli Nord, in collaborazione con la Squadra Mobile di Napoli e il commissariato di Afragola.
L’accusa principale che pende sui due fratelli, entrambi impiegati nei ruoli tecnici della polizia, è quella di aver utilizzato la pistola di ordinanza come garanzia del loro debito, minacciando un creditore con il presunto scopo di rassicurarlo. In realtà, questa pistola era stata consegnata ai creditori stessi per garantire il pagamento del debito accumulato dai due agenti.
L’indagine è iniziata con la denuncia di un’aggressione armata presentata da uno degli operatori tecnici della polizia di Stato. Tuttavia, gli inquirenti hanno presto scoperto che questa denuncia nascondeva una verità molto diversa da quanto inizialmente riportato. Attraverso l’analisi di telecamere di videosorveglianza e le intercettazioni telefoniche e ambientali, è emerso che il poliziotto aveva simulato il reato per evitare le richieste pressanti dei creditori. La situazione era diventata così critica che l’agente aveva accettato di consegnare la propria pistola come garanzia.
Ancora più inquietante, uno dei creditori aveva minacciato il poliziotto di denunciare il possesso della sua arma se questi non avesse onorato il debito. Questo particolare elemento dell’inchiesta ha sollevato gravi preoccupazioni sulla sicurezza pubblica e l’uso improprio delle armi da parte di un membro delle forze dell’ordine.
Come risultato di questa indagine, il giudice per le indagini preliminari del tribunale di Napoli Nord ha emesso un provvedimento di carcerazione preventiva per i due fratelli poliziotti, insieme ad altre tre persone coinvolte nel caso. Questo evento ha scosso la comunità locale e ha messo in evidenza la necessità di un’attenzione più rigorosa al comportamento dei membri delle forze dell’ordine, anche quando si tratta di questioni finanziarie personali.