L’inflazione è diventata una preoccupazione centrale per gli italiani, poiché i prezzi dei beni e dei servizi continuano a salire, minando il potere d’acquisto delle retribuzioni. Le aziende, spesso, non riescono ad adeguare gli stipendi dei dipendenti alla stessa velocità con cui aumentano i prezzi, il che porta a una perdita del potere d’acquisto delle retribuzioni. In questo contesto, il governo italiano ha adottato diverse misure per cercare di alleviare questa situazione e sostenere i lavoratori.

Una delle principali iniziative è stata l’introduzione di uno sgravio contributivo che ha tagliato il cuneo fiscale, riducendo la differenza tra stipendio netto e lordo. Questa misura è stata confermata e potenziata nella legge di Bilancio, dimostrando l’impegno del governo nel contrastare la perdita di potere d’acquisto dei lavoratori.

Tuttavia, il governo non è solo a cercare di risolvere il problema. Ha anche cercato il supporto delle aziende, incoraggiandole a riconoscere fringe benefit detassati fino a 3.000 euro per chi ha figli e a erogare premi di produzione con un’aliquota ridotta, passando dal 10% al 5%, sempre entro un limite di 3.000 euro. Queste agevolazioni fiscali dovrebbero incentivare le aziende a incrementare le retribuzioni dei dipendenti.

In questo contesto, alcune aziende, in particolare le più grandi, stanno cogliendo l’opportunità di riconoscere aumenti in busta paga ai loro dipendenti. Un esempio notevole è Ferrero, un’azienda di grande successo che ha deciso di erogare un bonus di produzione ai suoi 6.000 dipendenti a ottobre 2023.

Il bonus in questione può raggiungere fino a 2.400 euro lordi, che i dipendenti possono utilizzare a loro discrezione. Questo incentivo è parte di un accordo tra l’azienda e i sindacati, e può anche essere convertito in servizi per la persona, la famiglia, l’istruzione o la formazione. Inoltre, può essere utilizzato per coprire spese mediche o di previdenza complementare.

Da sottolineare che l’importo del bonus non è uniforme per tutti i dipendenti. Il 30% dell’importo è basato sui risultati economici dell’azienda, quindi è uguale per tutti. Il restante 70% dipende dai risultati gestionali specifici di ciascuno stabilimento o area e può variare a seconda delle performance individuali.

Ferrero è un esempio di un’azienda di successo che può sostenere facilmente i costi di questa operazione, grazie a una crescita del 10% rispetto all’anno precedente e un bilancio consolidato di 14 miliardi di euro. Altre grandi aziende possono fare lo stesso e beneficiare delle agevolazioni fiscali sui fringe benefit e i premi di produzione.

Tuttavia, la situazione è diversa per le piccole e medie imprese, che costituiscono la maggioranza delle aziende italiane. Molte di queste imprese hanno affrontato o stanno ancora affrontando momenti di crisi e non possono permettersi di erogare bonus simili. Per i lavoratori di queste aziende, il riconoscimento di bonus rappresenta spesso un’opportunità irraggiungibile.