Il tribunale del Riesame ha recentemente annullato l’ordinanza di misura cautelare nei confronti di Paolo Pagnozzi, considerato dagli inquirenti il presunto reggente del clan omonimo operante nella Valle Caudina, una zona dell’Italia associata a attività criminali di tipo mafioso. L’uomo, difeso dall’avvocato Giovanni Adamo, era sottoposto agli arresti domiciliari inizialmente con l’accusa di usura ed estorsione, entrambe aggravate dall’uso di metodi mafiosi e dal presunto scopo di favorire il sodalizio criminale attivo tra San Martino Valle Caudina e Cervinara.

Le Accuse e l’Indagine
Le accuse contro Paolo Pagnozzi riguardavano il suo presunto coinvolgimento in un’organizzazione criminale che aveva costretto due imprenditori locali a versare interessi usurai. L’indagine che ha portato all’arresto di Pagnozzi e di altri soggetti coinvolti è scaturita dall’omicidio di Orazio De Paola, avvenuto nel settembre del 2020. Questo omicidio ha rappresentato una svolta nell’inchiesta, portando i carabinieri del Nucleo Investigativo di Avellino a iniziare un’attività di intercettazione che ha permesso di scoprire il presunto giro di usura ed estorsione.

L’Evolvere della Situazione

La decisione del tribunale del Riesame di annullare la misura cautelare è accolta con attenzione da parte dell’opinione pubblica e dell’ambiente giuridico. Paolo Pagnozzi è ora rilasciato e il suo caso rimane soggetto a futuri sviluppi legali. Nel frattempo, si attende che venga fissata la data del riesame per gli altri due indagati raggiunti dalla stessa ordinanza, Clemente Caliendo (attualmente agli arresti domiciliari) e Gerardo Marino, quest’ultimo l’unico a essere stato incarcerato.