Un’orribile vicenda di stupro di gruppo su due cuginette, undici e tredici anni, ha scosso la comunità nel quartiere Parco Verde. Quindici giovani sospettati sono identificati, tra cui anche figli di influenti leader delle piazze di spaccio locali. L’indagine ha rivelato un’atmosfera di minacce e abusi persistenti, che ha costretto le vittime a subire mesi di violenza sessuale. Questa brutale narrazione getta luce su una realtà difficile e sottolinea l’importanza della legalità e del sostegno nei contesti vulnerabili.

Un Quadro Scioccante di Abusi

Nel quartiere Parco Verde, un complesso di case popolari noto anche come “‘o bronx”, si è verificato un dramma che ha scosso la comunità. Due cuginette, di undici e tredici anni, sono state vittime di abusi sessuali da parte di quindici giovani sospettati. Questi sospetti includono figli di capi delle piazze di spaccio locali, che godono di un certo prestigio e influenza nel territorio.

La Spirale di Violenza e Minacce

Le ragazzine, provenienti da famiglie difficili e lasciate spesso a se stesse, sono state costrette a subire violenze ripetute per mesi. I sospettati le avvicinavano con minacce e schiaffi, costringendole a subire atti sessuali contro la loro volontà. Le vittime erano paralizzate dalla paura, temendo ritorsioni se avessero parlato. La presenza di “borghesia delle piazze di spaccio”, giovani apparentemente agiati che si distinguevano per l’abbigliamento firmato e il denaro, faceva sì che queste giovani vittime fossero ancora più vulnerabili.

Il Rilievo dell’Indagine e le Individuazioni

L’indagine, coordinata dalla Procura dei minori e da quella di Napoli Nord, ha portato all’identificazione dei sospetti, inclusi i figli dei potenti capi delle piazze di spaccio locali. Circa dieci cellulari sono stati sequestrati come prova. I sospettati avevano il crudele “vezzo” di registrare le violenze in video, propagandandoli attraverso chat con commenti disgustosi.

La Svolta e le Azioni Immediate

La svolta nell’indagine è stata la scoperta di uno di questi video sul telefonino del fratello di una delle vittime. Le famiglie delle ragazzine si sono rivolte ai carabinieri locali, dando il via a un’indagine accelerata. Le vittime sono ascoltate in un ambiente protetto, creato per offrire loro un luogo sicuro per raccontare le loro esperienze. L’azione legale ha portato all’identificazione dei sospettati e al sequestro dei cellulari.