Il personale della Polizia di Stato ha eseguito un fermo di polizia giudiziaria nei confronti di tre individui originari del napoletano, ritenuti responsabili di una truffa aggravata ai danni di una signora ultra ottantacinquenne a Potenza. I tre soggetti sono anche accusati di ricettazione e resistenza a pubblico ufficiale. La vicenda ha avuto inizio quando una signora in lacrime ha contattato il numero di emergenza 113 della Questura di Potenza, riferendo di essere vittima di un raggiro da parte di un giovane sconosciuto che si era presentato come amico di suo nipote. Il truffatore era riuscito, mediante espedienti e inganni, a farsi consegnare una considerevole somma di denaro contante e numerosi monili in oro.
Grazie all’intervento tempestivo di un’unità dell’Ufficio Prevenzione Generale, sono raccolte importanti informazioni che hanno permesso di avviare le prime indagini, tra cui la targa e il modello dell’automobile utilizzata per commettere il reato. Le ricerche del veicolo, un’autovettura presa a noleggio, sono estese agli uffici territorialmente competenti, ma senza successo. Pertanto, sono allargate anche alle strade confinanti nella provincia di Salerno.
Durante l’attività di monitoraggio, una pattuglia della Polizia Stradale di Sala Consilina, impegnata nella vigilanza stradale, ha individuato il veicolo segnalato presso lo svincolo dell’Autostrada del Mediterraneo A/2 di Sicignano degli Alburni. Inizialmente, il conducente ha cercato di sfuggire al controllo, ma dopo un breve inseguimento è raggiunto e fermato grazie all’abilità degli agenti e all’ausilio di un’altra unità della sottosezione di Eboli, garantendo nel contempo la sicurezza degli altri utenti della strada.
Durante la perquisizione personale dei tre giovani a bordo del veicolo, tutti poco più che ventenni e con precedenti penali, sono rinvenuti una notevole quantità di denaro e numerosi gioielli, corrispondenti esattamente a quelli sottratti alla vittima. Successive attività investigative hanno permesso agli inquirenti di ricondurre parte dei monili rinvenuti alla persona offesa, mentre per la restante refurtiva, a causa delle scarse informazioni sulla provenienza, i soggetti sono stati indagati per il reato di ricettazione.