“Il racconto reso finora circa quello che è successo oggi in Tribunale non è corretto”. Lo evidenzia, in una nota, il deputato Francesco Emilio Borrelli che spiega: “Essendo sotto scorta ho chiesto agli uomini della polizia che erano con me di fare una relazione scritta sull’accaduto al Questore e al Presidente del Tribunale. Io e l’attivista ambientalista Alessandro Cannavacciuolo siamo andati a chiedere accompagnati anche dalla polizia del tribunale se era emessa la sentenza prevista per oggi”.
“Mentre stavamo chiedendo informazioni – dice ancora Borrelli – si è alzata una donna che solo dopo ho scoperto essere Maria Laudando, moglie di Salvatore Pellini, anche lei coinvolta nel processo. La donna ha cominciato a inveire contro Cannavacciolo chiedendogli di fare i nomi degli altri colpevoli. Cannavacciolo ha risposto che lui ha denunciato tutti e che lei e la sua famiglia dovrebbero spiegare come mai sono condannati e come mai avevano un patrimonio di circa 220 milioni di euro che gli è sequestrato”.
“A quel punto – sottolinea il deputato – la donna si è scagliata verbalmente contro di me dicendo che mi dovrei vergognare di fare il parlamentare facendo battaglie contro una famiglia perbene come la sua e io le ho risposto che combatto da sempre chi ha inquinato e devastato il nostro territorio. Gli uomini delle forze dell’ordine già presenti sul posto hanno chiesto a me e Cannavacciuolo di evitare tensioni con la famiglia Pellini e a quel punto siamo usciti anche se l’udienza non era iniziata. La signora Pellini e poi anche il marito ci hanno seguito anche fuori dall’aula e hanno continuato a inveire contro me e Cannavacciuolo”. “Personalmente non ho riscontrato alcun pentimento rispetto a quello che hanno fatto e per cui sono stati condannati e ho notato un’arroganza e una violenza verbale impressionante”, conclude il parlamentare.