È rimasto senza avvocato, Alessandro Impagnatiello, il barman che ha confessato di aver ucciso Giulia Tramontano, la sua fidanzata al settimo mese di gravidanza, accoltellata il 27 maggio nel loro appartamento di Senago, alle porte di Milano. Stamane infatti il difensore, Sebastiano Sartori, è andato a San Vittore, dove l’uomo si trova dall’alba di giovedì mattina, per dirgli della rinuncia al mandato. “E’ una questione tra me e il mio assistito”, ha affermato il difensore quando nel pomeriggio è arrivato in Procura per formalizzare la sua scelta, lasciando intendere che è venuto meno “il rapporto fiduciario” con il 30enne, “sempre più angosciato” e ora con un difensore d’ufficio nominato dai pm a fatica (più di uno si è tirato indietro).
Dopo aver confessato, Alessandro ha corretto il tiro in merito ad alcuni punti della sua ricostruzione alla quale gli inquirenti e investigatori stanno cercando i riscontri, partendo dalle immagini delle telecamere raccolte tra Senago e Milano. Video in cui in piena notte e poco dopo il delitto, il barman è ripreso con un lenzuolo sotto il braccio, oppure all’alba mentre carica in macchina due sacchi di plastica uno dei quali sembra contenere degli indumenti: secondo le ipotesi l’uomo stava facendo sparire i vestiti sporchi di sangue e si era già messo in moto per nascondere il corpo della sua compagna di cui, per quattro giorni, ha messo in scena la scomparsa volontaria da casa.
Ma a questa scomparsa i genitori di Giulia non hanno mai creduto: “fin da subito erano insospettiti – ha spiegato il loro legale Giovanni Cacciapuoti – dal fatto che la figlia non rispondeva al telefono e il convivente era vago”. Dall’inizio “hanno temuto questo tragico epilogo in quanto era difficile pensare che la loro figlia in attesa di un bimbo, nonostante il naufragio della relazione sentimentale, si fosse allontanata”.