“Sono bravo, mi piaci tutti e due…” sono state le ultime parole pronunciate da Frederick Akwasi Adofo, 40enne ghanese, brutalmente aggredito domenica scorsa mentre si trovava nel suo giaciglio ricavato in una strada di Pomigliano d’Arco. Le sue parole erano un segno di amicizia e saluto rivolto ai due ragazzini che inizialmente lo avevano aggredito senza motivo. Purtroppo, la storia prende una piega ancora più raccapricciante: dopo aver pronunciato quelle parole, Frederick cerca di raggiungere il suo letto, ma è colpito violentemente al volto, cadendo a terra. Segue un’aggressione brutale e gratuita che ha portato il giudice a disporre la custodia in carcere dei due minori accusati di omicidio volontario con l’aggravante della crudeltà.
La vicenda si arricchisce di ulteriori dettagli alla luce di due video che circolano sui canali social, in particolare su Facebook. I video sono al vaglio dei carabinieri della compagnia di Castello di Cisterna e sembrerebbero essere stati realizzati dagli stessi aggressori di Frederick e successivamente pubblicati quando i due delinquenti erano ignari di aver ucciso un uomo indifeso.
Si tratta di materiale estremamente delicato e conviene narrare in modo obiettivo gli sviluppi delle indagini che sono al centro del fascicolo sulla tragica vicenda di Pomigliano d’Arco. Nel primo video si vede uno dei due ragazzini avvicinarsi a Frederick, che sta dormendo, e colpirlo con violenza, mentre il complice filma l’aggressione con il proprio cellulare. Si sentono risate compiaciute. Nel secondo video, la scena culminante e raccapricciante: i due aggressori cercano di avvicinarsi a Frederick, che risponde dicendo “mi piaci tutti e due, io bravo”, ricambiando il gesto di amicizia con un “cinque” fatto con le palme delle mani dei due ragazzini. Poi segue l’aggressione finale, che si rivelerà fatale.
Secondo chi ha avuto modo di visionare i video pubblicati su Facebook, il contenuto appare estremamente veritiero e conferma il collegamento distorto tra la vita reale e la dimensione sociale dei due aggressori. L’aggressione a Frederick non era solo un atto di violenza fine a sé stesso, ma qualcosa da condividere sui social media. L’obiettivo sembrava essere TikTok o Facebook, gli unici orizzonti mentali per coloro che cercano pane, violenza e “like”. Queste scene saranno attentamente analizzate dagli inquirenti, in un caso in cui i due indagati hanno fornito la loro versione dei fatti durante l’interrogatorio di venerdì mattina.
In sintesi, i due hanno sostenuto di aver aggredito il cittadino ghanese a seguito di una provocazione scaturita da una lite. Tuttavia, la loro versione non è ritenuta credibile alla luce dei video provenienti dal sistema di videosorveglianza presente sul luogo del crimine. Ora, inoltre, emergono anche i due video girati dai stessi aggressori, probabilmente postati poco dopo l’aggressione, mentre Frederick agonizzava per strada.