Buone notizie per i percettori dell’assegno al nucleo familiare (Anf)! Gli importi del contributo sono aggiornati per il periodo dal 1 luglio 2023 al 30 giugno 2024, secondo l’ultima circolare dell’INPS del 9 giugno. L’adeguamento sarà significativo, con un incremento dell’8,1% degli importi erogati, in risposta all’elevato tasso di inflazione.

Ma chi ha diritto a ricevere questo contributo? L’assegno al nucleo familiare, introdotto nel 2022, è erogato esclusivamente alle famiglie senza figli a carico che si trovano in particolari condizioni di disagio economico. Per le famiglie con figli a carico, è introdotto l’assegno unico e universale, che ha sostituito gli assegni familiari dallo scorso anno. Pertanto, l’assegno al nucleo familiare è un sostegno destinato ai nuclei composti da coniugi, fratelli e sorelle, zii e nipoti, cioè tutte le famiglie diverse da quelle con figli a carico e orfanili.

A beneficiare dell’assegno familiare sono in particolare le famiglie di lavoratori dipendenti o parasubordinati, anche se si trovano in condizioni di malattia, cassa integrazione o disoccupazione, così come i pensionati da lavoro dipendente. Per avere diritto al contributo, almeno il 70% del reddito del nucleo familiare deve provenire da lavoro dipendente o pensione. La domanda per ricevere il beneficio deve essere presentata online all’INPS. Le famiglie con un reddito al di sotto di una certa soglia (calcolata in base ai componenti a carico della famiglia e al reddito stesso) hanno diritto all’assegno. Per i lavoratori dipendenti, l’assegno viene erogato direttamente in busta paga, mentre per gli altri casi viene erogato dall’INPS.

L’importo del trattamento economico dell’assegno familiare dipende sia dal reddito del nucleo familiare che dalla sua composizione, tenendo conto anche di criteri come la presenza di familiari con disabilità. Gli aumenti entreranno in vigore dal 1 luglio e, come accennato, saranno dell’8,1% grazie all’aggiornamento in base all’inflazione. L’importo dell’Anf viene rivalutato annualmente, corrispondendo alla variazione dell’indice dei prezzi al consumo calcolato dall’Istat tra il 2022 e il 2021.