L’aumento della Tari, la tassa per il servizio rifiuti, a Napoli ha suscitato reazioni di sorpresa e sconcerto tra i cittadini. Secondo le simulazioni dell’ufficio studi dell’Unione giovani commercialisti di Napoli con Luigi Passante e Guido Spiniello, gli aumenti della Tari vanno da 80 fino a 300 euro a seconda di una serie di parametri, tra cui la differenza tra utenze domestiche e quelle commerciali, la metratura e i vani. Il Comune ha spiegato che questo aumento della tassa è un obbligo di legge, poiché le tariffe non erano aggiornate dal 2019 e i costi di smaltimento sono aumentati. Tuttavia, per i cittadini, questa spiegazione non basta a giustificare una così elevata stangata.

Oltre alla Tari, è aumentata anche la tassa di soggiorno dello 0,50 ed è introdotta la tassa di imbarco. Tuttavia, queste tasse non sono a carico dei cittadini napoletani, ma dei turisti e di chi arriva in città in aereo.

La situazione si complica ulteriormente con una doppia vertenza che vede il Comune impegnato con la Gesac, che gestisce l’aeroporto di Capodichino, e con il Governo. La Gesac non vorrebbe pagare la tassa di imbarco per i prossimi due anni e chiede una sospensione, mentre il Comune ha chiesto al Governo di coprire i mancati incassi che ammontano a 40 milioni di euro per il biennio in questione. Si tratta di una trattativa molto complicata, che potrebbe influire sulle finanze del Comune e, di conseguenza, sui cittadini.