L’Inps ha reso noti i nuovi limiti di impignorabilità delle pensioni e gli incrementi degli importi dei trattamenti minimi per il triennio 2023-2025. La circolare n. 38 e la circolare n. 35, pubblicate sul sito dell’Istituto nazionale della previdenza sociale, hanno stabilito gli aumenti straordinari delle pensioni di importo inferiore al trattamento minimo di 563,74 euro al mese. Per il 2023, la pensione minima salirà a 600 euro per gli ultra 75enni e a 572 euro per i pensionati più giovani. La rivalutazione ordinaria ha portato il minimo da 525,38 euro (31 dicembre 2022) a 563,74 euro (1° gennaio 2023), con un tasso di rivalutazione del 7,3%.
La rivalutazione eccezionale è prevista, nel 2023, al tasso dell’1,5% per i pensionati d’età inferiore a 75 anni e del 6,4% per quelli con almeno 75 anni d’età. Nel 2024, la rivalutazione eccezionale sarà del 2,7% per tutti i pensionati.
Di conseguenza, nel 2023, gli assegni minimi per gli ultra 75enni saliranno a 599,82 euro (563,74 euro x 1,064) e per gli altri a 572,20 euro (563,74 euro x 1,015).
Questa disposizione rappresenta un sostegno importante per i pensionati che si trovano in una situazione economica difficile. Tuttavia, l’aumento dei limiti di impignorabilità delle pensioni e degli importi dei trattamenti minimi potrebbe non essere sufficiente a garantire un tenore di vita adeguato ai pensionati con redditi molto bassi. Pertanto, è necessario continuare a lavorare per garantire una maggiore equità e giustizia sociale per tutti i pensionati.