L’anno 2023 porterà un nuovo taglio alla rivalutazione delle pensioni, con una riduzione dell’assegno mensile lordo che supera i 2.100 euro al mese. Secondo uno studio della Uilp, il sindacato di categoria che rappresenta gli anziani e i pensionati della Confederazione sindacale Unione italiana del lavoro, questo taglio comporterà una perdita annuale di potere d’acquisto di circa 4.450 euro. Le pensioni che hanno un importo mensile lordo superiore a quattro volte il trattamento minimo subiranno una riduzione del 15 al 68%, con un risparmio stimato di circa 3,5 miliardi di euro lordi (2,1 miliardi netti) per il 2023. Ciò significa che molte persone in pensione dovranno far fronte a una riduzione significativa dei loro assegni mensili e del loro potere d’acquisto. In tal modo si arriverà ad oltre metà delle mensilità elargite inferiori a mille euro.

La Uil pensionati ha annunciato che presenterà alcuni ricorsi pilota contro questi tagli, sostenuti dai legali del sindacato e finanziati dai pensionati stessi. Tuttavia, nonostante gli sforzi del sindacato, molti pensionati dovranno affrontare il duro colpo della riduzione dell’assegno mensile e del potere d’acquisto.

Secondo le stime della Uilp, una pensione che aveva un importo mensile lordo di 1.500 euro nel 2011 ha visto una perdita mensile di circa 58 euro nel 2022 e una riduzione del proprio potere d’acquisto annuale di 760 euro. Allo stesso modo, una pensione che aveva un importo mensile lordo di 3.500 euro nel 2011 ha subito una perdita mensile di circa 340 euro nel 2022 e una riduzione del proprio potere d’acquisto annuale di 4.450 euro.

Nel 2023, le pensioni che hanno un importo mensile lordo di 2.500 euro subiranno una perdita annuale di circa 325 euro, mentre quelle con un importo mensile lordo di 3.000 euro subiranno una perdita annuale di circa 1.200 euro. Le pensioni con un importo mensile lordo di 3.500 euro, invece, subiranno una perdita annuale di oltre 1.500 euro.