Il sistema delle organizzazioni criminali in Italia è noto da decenni, ma la loro struttura è sempre in evoluzione. Uno degli aspetti più interessanti di questo sistema è il ruolo delle donne, che spesso svolgono un ruolo chiave all’interno delle organizzazioni. La vicenda della moglie del boss Antonio Giugliano, Franca Formisano, è un esempio di come le donne possano assumere il controllo dell’organizzazione criminale anche in assenza del marito. Franca Formisano è indicata dall’Antimafia come la reggente del clan dei Giugliano-Fabbrocino, una delle organizzazioni criminali più potenti della Campania. Il marito di Franca, Antonio Giugliano, era il capoclan, ma quando era incarcerato, la moglie avrebbe preso in mano le redini dell’organizzazione. Secondo l’accusa, Franca convocava gli affiliati e riferiva le direttive che arrivavano dal carcere del marito. A riportare la notizia è Il Mattino.
Il ruolo delle donne all’interno delle organizzazioni criminali è spesso sottovalutato, ma in realtà le donne possono svolgere un ruolo chiave nella gestione dell’organizzazione. In molti casi, le donne assumono il ruolo di “reggenti”, ovvero di persone che gestiscono l’organizzazione in assenza del capo, come nel caso di Franca Formisano.
Non è la prima volta che una donna è indicata come reggente di un’organizzazione criminale in Italia. Nel 2019, ad esempio, la moglie del boss dei Casalesi, Maria Licciardi, è condannata a 30 anni di reclusione per il suo ruolo all’interno dell’organizzazione.
Il processo a Franca Formisano è ancora in corso, ma la richiesta di condanna a dieci anni di reclusione da parte del pm Giuseppe Visone è un segnale della gravità delle accuse a suo carico. Nel frattempo, il marito di Franca, Antonio Giugliano, è stato colpito da un maxi sequestro di beni da tre milioni di euro eseguito dalla Dia di Napoli.