Aumenti sì, ma non per tutti: la rivalutazione delle pensioni all’inflazione è un argomento che sta interessando molti pensionati italiani in questi giorni. A marzo infatti, arriverà la rivalutazione delle pensioni all’inflazione, ma non tutti coloro che percepiscono una pensione potranno beneficiare dell’aumento al 100%. Secondo le indicazioni dell’INPS, infatti, solo chi ha un reddito da pensione fino a quattro volte il minimo (ovvero 2.101,52 euro lordi) riceverà la rivalutazione al 100%. Questo significa che chi ha una pensione superiore a tale importo, vedrà gli aumenti con differenti modalità di assegnazione degli aumenti. Chi ha un reddito pensionistico tra le quattro e le cinque volte il minimo, con una pensione superiore a 2.101,52 euro lordi, vedrà arrivare gli aumenti con gli arretrati a marzo. In questo caso la rivalutazione sarà all’85% e l’aumento sarà del 6,205% per ogni assegno mensile.

Chi invece ha un reddito da pensione tra le cinque e le sei volte il trattamento minimo, ovvero da 2.626,91 a 3.152,28 euro lordi, percepirà l’aumento dal prossimo mese, ma solo al 53% del tasso di inflazione. La rivalutazione in questo caso sarà al 3,869%. Non solo, ma coloro che hanno una pensione superiore a sei volte il trattamento minimo, ovvero oltre i 3.152,28 euro lordi, non avranno nessun aumento.

Insomma, la rivalutazione delle pensioni all’inflazione è un diritto per i pensionati italiani, ma non per tutti allo stesso modo. Alcune fasce di importo dei trattamenti pensionistici saranno coinvolte dalla rivalutazione con diverse modalità di assegnazione degli aumenti, a seconda del reddito da pensione percepito. È importante perciò che i pensionati verifichino la propria situazione e siano informati sui loro diritti per evitare spiacevoli sorprese.