Due bambini, uno di appena due mesi e uno di sei anni, insieme alla loro madre, sono assistiti presso il Centro di Medicina Iperbarica dell’Ospedale Santobono di Napoli per una grave intossicazione da monossido di carbonio e fumi provenienti dall’utilizzo di una brace in un luogo non areato. La madre, probabilmente ignara dei pericoli, ha utilizzato la brace per riscaldare la propria abitazione, senza accorgersi del rischio di intossicazione da monossido di carbonio.

La famiglia è giunta all’ospedale di Napoli in codice rosso, dopo essere assistita in un primo momento presso il presidio ospedaliero di Piedimonte Matese. I medici dell’Ospedale Santobono hanno immediatamente sottoposto i tre pazienti a un trattamento con ossigeno iperbarico, al termine del quale si è registrato un netto miglioramento delle funzioni vitali di tutti gli organi, in particolare di quello cerebrale. Tuttavia, come da protocollo, i pazienti saranno sottoposti a ulteriori cicli di trattamento in camera iperbarica per evitare la cosiddetta sindrome post-intervallare, che può verificarsi anche a un mese dall’intossicazione e che provoca gravi danni al tessuto cerebrale.