La sentenza della Corte di Appello del Tribunale di Napoli, emessa lo scorso 7 febbraio, ha riconosciuto la condotta antisindacale da parte di FCA (Fiat Chrysler Automobiles) nei confronti di 316 operai dello stabilimento di Pomigliano d’Arco. Il trasferimento di questi lavoratori al “reparto-confino” Wcl di Nola, avvenuto nel 2008, ha infatti colpito soprattutto coloro che erano iscritti al sindacato Slai Cobas, che ha presentato un ricorso in appello per la vicenda.
La Procura Generale della Cassazione si era già espressa sulla questione nel 2019, sottolineando l’importanza della normativa nazionale e delle direttive europee per proteggere il diritto antidiscriminatorio. La sentenza della Corte di Appello ha quindi ordinato la rimozione degli effetti della condotta antisindacale, riconoscendo l’importanza di questi diritti fondamentali per i lavoratori.
Inoltre, la sentenza ha anche preso in considerazione la salute dei lavoratori, in quanto tra i trasferiti vi erano anche operai con ridotte capacità lavorative. Questa sentenza rappresenta un importante passo avanti nella tutela dei diritti dei lavoratori e nella lotta contro le discriminazioni sindacali.
In conclusione, la sentenza della Corte di Appello del Tribunale di Napoli rappresenta una vittoria per i lavoratori dello stabilimento FCA di Pomigliano d’Arco, che finalmente vedono riconosciuti i loro diritti fondamentali e la loro dignità sul posto di lavoro. Questa sentenza rappresenta un passo in avanti nella lotta contro le discriminazioni sindacali e un messaggio chiaro a tutte le aziende che ancora praticano queste pratiche ingiuste.