Il periodo storico che stiamo vivendo non è di certo dei migliori. Tanti e diversi, purtroppo, sono i fattori che hanno un impatto negativo sulle nostre esistenze dal punto di vista sia delle relazioni economiche che sociali. Basti pensare al numero crescente di famiglie che, purtroppo, riscontra delle serie difficoltà nel riuscire ad arrivare alla fine del mese a causa dell’aumento generale dei prezzi.
In tale contesto, il governo ha deciso di intervenire per cercare di aiutare i lavoratori, attraverso l’approvazione della legge di Bilancio 2023. Come si legge sul sito del Ministero dell’Economia e delle Finanze, è stato deciso di introdurre un “esonero contributivo del 3% per redditi fino a 25.000 euro e del 2% per redditi fino a 35.000 euro. La riduzione del cuneo è tutta a beneficio dei lavoratori”.
Questo significa che i lavoratori potranno beneficiare di un bonus in busta paga, dato dallo sgravio contributivo sopra descritto, che permetterà loro di avere una retribuzione più alta. Nello specifico, questo bonus sarà pari al 2% per una retribuzione mensile di 2.692 euro e aumenterà fino al 3% per una retribuzione pari a 1.923 euro al mese.
Le verifiche
Per verificare se questo bonus è applicato, i lavoratori dovranno controllare la propria busta paga. Nella parte centrale della busta paga, è presente la retribuzione imponibile previdenziale, ovvero quella su cui è calcolata la quota di contributi dovuta dal lavoratore. Senza sgravio, questa quota è pari al 9,19%. Se, invece, la quota è del 7,19% significa che è applicato uno sgravio del 2%, mentre se è del 6,19% significa che è applicato uno sgravio del 3%.
Se, invece, risulta ancora quota 9,19%, allora significa che il taglio del cuneo fiscale non è ancora applicato. In questo caso, non bisogna fare nulla poiché prima di poter essere riconosciuto in busta paga, l’Istituto Nazionale di Previdenza Sociale deve emanare una circolare ad hoc. Una volta definite le tempistiche, il taglio sarà applicato e i lavoratori potranno beneficiare di una retribuzione più alta, anche grazie al pagamento degli arretrati per le precedenti mensilità