L’aggressione subita da una giovane infermiera al Pronto Soccorso dell’ospedale Di Venere di Bari è solo l’ultimo episodio di una lunga serie di violenze che il personale sanitario è costretto a subire quotidianamente. La vittima, in servizio nell’ospedale barese, ha riportato ferite guaribili in sette giorni e, in un post su Facebook poi rimosso, si è chiesta se davvero valga la pena dedicarsi con dedizione a un lavoro così faticoso.

La realtà delle aggressioni nei confronti del personale sanitario è un fenomeno preoccupante che riguarda non solo l’Italia ma anche molti altri Paesi. Secondo una ricerca condotta dall’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS), il 25% del personale sanitario in tutto il mondo è stato vittima di violenza fisica o verbale. In Italia, secondo i dati della Federazione Nazionale degli Ordini dei Medici Chirurghi e degli Odontoiatri (FNOMCeO), nel 2020 sono registrate ben 4.200 denunce di aggressioni nei confronti del personale sanitario.

L’OMS sottolinea l’importanza di prevenire e gestire la violenza nei luoghi di lavoro, attraverso la formazione del personale, la definizione di protocolli di sicurezza e l’adozione di misure di sicurezza fisiche. Inoltre, è fondamentale che le vittime di aggressioni abbiano accesso a supporto psicologico e possano denunciare gli aggressori senza temere ripercussioni sul loro lavoro.