I magistrati della Dia, la Direzione Investigativa Antimafia, sono tornati dal capo indiscusso della Nuova Camorra Organizzata, Raffaele Cutolo, e lo hanno per chiedergli conto delle dichiarazioni di Pasquale Scotti, suo ex fidato e killer e catturato in Brasile dopo oltre trent’anni di latitanza. Dopo l’estradizione in Italia, Scotti ha deciso di collaborare con la giustizia ed ha vuotato il sacco su molte che sapeva dell’epoca, dicendo la propria verità sulla camorra degli anni ’80.
Che Scotti potesse essere la chiave di svolta per risolvere alcuni dei misteri della camorra vesuviana, era chiaro sin dal giorno del suo arresto. Così, dopo avere stilato i verbali, i magistrati sono tornati alla carica del “Professore” di Ottaviano da oltre 40 anni in isolamento e che adesso si trova nel carcere di Parma. Cutolo ha parlato come sempre, ma affermando la sua verità.
Il numero uno della Nco non si è sottratto alle domande ed è stato tenuto sotto torchio per ore. A quanto si apprende buona parte dell’interrogatorio è stato fondato sul sequestro dell’allora assessore regionale, Ciro Cirillo, su cui il boss non hai mai negato di avere trattato con lo Stato e di avere avuto un ruolo fondamentale con le Brigate Rosse per il rilascio dell’ostaggio.