Su iCloud sono rimasti i messaggi dello stalker di Teresa Costanza. Grazie al back up gli esperti informatici dell’Arma sono riusciti a svelare ai pm i segreti custoditi dall’iPhone bianco della giovane assicuratrice agrigentina. Rimane ancora chiuso, invece, lo scrigno di Trifone Ragone, un cellulare di un modello più datato.

È proprio nel telefonino di Teresa Costanza che i Ros di Roma trovano la chat Facebook di “Anonimo anonimo”, considerata il punto di partenza della china che per i pm Pier Umberto Vallerin e Matteo Campagnaro porterà all’omicidio del caporalmaggiore dei carristi e della sua fidanzata Teresa in quanto scomoda testimone.

L’utente si firma Annalisa, una ex fidanzata di Trifone Ragone, e dimostra di conoscere dettagli che solo un frequentatore dell’appartamento in via Colombo poteva sapere il lubrificante arancione nel cassetto del comodino, i modelli dei cellulari di Trifone. Il finto profilo è stato creato in uno dei computer della caserma De Carli di Cordenons e utilizzato in orari compatibili con il turno di lavoro di Giosuè Ruotolo, l’unico imputato per il duplice omicidio di via Interna.

Mariarosaria Patrone, la fidanzata di Ruotolo, sapeva che il profilo Facebook era stato creato in caserma e così anche le sue tre amiche di Somma Vesuviana, alle quali aveva raccontato i suoi timori, invitandole a tacere sul punto con i pm. Per i pm, anche nel caso del profilo Facebook, tutte le tracce informatiche e deduttive, portano a Giosuè Ruotolo.