Si fa arrestare perché ruba nel centro di riabilitazione in cui viene curata la figlia. A finire in manette è S. L., 35enne di Poggiomarino, di cui non sono state diffuse le generalità complete allo scopo di tutelare la bambina. L’uomo, infatti, è risultato essere l’autore del furto di un iPhone 6 in possesso ad una delle fisioterapiste che operano all’interno del centro “La Primula” ubicato sempre a Poggiomarino. I fatti avvennero ad aprile, e l’altro giorni il giudice di Torre Annunziata ha emanato l’ordinanza sulle indagini svolte dai carabinieri della stazione di Poggiomarino.

Sono stati gli stessi uomini agli ordini del maresciallo Andrea Manzo a notificare il provvedimento all’uomo, che adesso, dopo le formalità di rito, si ritrova ristretto nella sua abitazione ai domiciliari con braccialetto elettronico, il congegno che non permetterà quindi all’uomo di allontanarsi dalla propria dimora. Dunque, per il 35enne un arresto vero e proprio con l’accusa di furto con tanto di aggravante della destrezza.

Durante le indagini, infatti, sono emersi gravi indirizzi di colpevolezza a carico dell’uomo che in quel periodo accompagnava la figlia per delle terapie di logopedia. I militari dell’Arma della stazione di Poggiomarino, una volta ricevuta la denuncia da parte della parte lesa, sono entrati in azione, raccogliendo le immagini delle telecamere di videosorveglianza del centro di riabilitazione.

In sostanza la fisioterapista aveva commesso “l’errore” di lasciare il costoso telefono cellulare sulla scrivania della propria stanza. Dalle telecamere si vede la donna uscire dallo studio e dopo poco arrivare l’uomo che dalla porta socchiusa vede lo smartphone appoggiato sulla scrivania. S. L. entra ed esce dopo pochi secondi, dandosi velocemente alla fuga. Inoltre, tra gli elementi in possesso dei carabinieri anche gli abiti che indossava il ladro e che sono stati rinvenuti nell’appartamento del 35enne poggiomarinese.

Nell’ordinanza, il giudice fa riferimento al fatto che nello studio della fisioterapista derubata non era entrato nessun altro se non proprio l’uomo arrestato e accusato dall’ordinanza di circa 12 pagine emessa dal tribunale di Torre Annunziata. A complicare la situazione di L. S. anche la fedina penale piuttosto sporca: sul groppone ha infatti cinque furti e due condanne per rapina, tutte commesse in diversi comuni della Campania. L’iPhone, ceduto probabilmente subito ad un ricettatore, non è stato mai trovato.