«Dopo lunghe e profonde riflessioni ho deciso di non dare più fiducia al sindaco Francesco Ranieri in quanto non è stato ancora capace di prendere una decisione autonomamente lasciandosi consigliare – male, molto male – da terzi e non eletti». Giovanni Tomassi, rientrato in consiglio comunale dopo gli arresti domiciliari per le false residenza, va a muso duro contro il primo cittadino che ha sostenuto dalle elezioni.

«Ranieri pensava forse che sarei restato agli arresti domiciliari per tutta la vita, sostituendosi agli organi inquirenti e gettando subito le braccio al collo di un nuovo consigliere subentratomi subito dopo questa colossale ingiustizia. Per tutti lo era, tranne che per lui che ha anche accelerato la mia sospensione portando di persona i documenti in prefettura». E durante l’assemblea di reintegro Tomassi ha detto al sindaco di essersi sentito «abbandonato».

E ancora: «L’accusa di corruzione nei miei confronti è stata stralciata subito e nessuno si è preso la briga di indagare e di capire. C’è stato un disinteresse totale nei miei confronti e sono stato trattato male da un sindaco per cui ho fatto campagna elettorale giorno e notte, da una squadra per cui ho dato il sangue».