Rischio tensione in traversa Bonagura, una piccola stradina a ridosso di via Vittorio Emanuele al Flocco. L’allarme è scattato venerdì sera intorno alle 20, quando i residenti hanno notato che all’interno di uno stabile ormai abbandonato da sette anni venivano introdotti una grande quantità di letti e arredi interni. Insomma, strani movimenti di cui i cittadini hanno chiesto conto. In sostanza il proprietario dell’immobile – un professionista di Boscoreale – ha affittato l’edificio di due piani, e composto da sei appartamenti, ad una cooperativa di Casoria che si occupa di accoglienza dei profughi.

Secondo quanto appreso sul posto sarebbero 34 gli extracomunitari che da qui a poco dovrebbero essere accolti nella palazzina trasformata in centro per gli immigrati in attesa del permesso di soggiorno. Tuttavia i residenti hanno immediatamente dimostrato le loro resistenze, facendo presente al presidente della cooperativa di essere sul piede di guerra: «Nulla in contrario all’accoglienza degli immigrati – dicono in traversa Bonagura – ma questa strada non è adatta ad ospitare quasi quaranta persone. È una piccola arteria senza sbocchi, un vicolo cieco dove già noi andiamo piuttosto stretti.

Non è certamente questo il posto idoneo per accogliere al meglio chi arriva da situazioni di sofferenza, senza considerare il fatto che questo stabile è disabitato da sette anni e che quindi non può essere agibile ad ospitare così tante persone». E c’è chi teme – anche se sono pochi – pure per l’incolumità personale: «A San Giuseppe Vesuviano abbiamo assistito a scene di stracci in fiamme per carenze di acqua e di cibo, se dovesse ripetersi qui non ci sarebbe nemmeno lo spazio sufficiente per scappare dai fumi del rogo».

Gli abitanti hanno incontrato ieri il sindaco Leo Annunziata, e dal primo cittadino è stato riferito che al momento non ci sarebbe alcuna comunicazione ufficiale in merito all’arrivo di nuovo rifugiati in città. In sostanza Annunziata avrebbe detto che è in stretto contatto con le forze dell’ordine al fine di monitorare costantemente lo scenario e che, al momento, la cooperativa starebbe arredando i locali per ottenere successivamente l’autorizzazione ad accogliere i profughi.