Il Nucleo di Polizia Tributaria della Guardia di Finanza di Napoli ha dato esecuzione ad un decreto di sequestro preventivo per 16,7 milioni di euro disposto dal Tribunale di Nola, nei confronti della “Nusco Porte”, storica azienda nolana leader nel settore della produzione e commercializzazione di porte e infissi. Il provvedimento giudiziario scaturisce da un’attività di indagine diretta e coordinata dalla Procura, che ha portato alla luce un’ingente evasione fiscale che, secondo quanto ricostruito dagli inquirenti sino ad ora, sarebbe stata perpetrata tra il 2008 e il 2013 dalla “Nusco Spa” e dalla “Property Srl”, già Nusco Porte Spa.

In particolare, il sequestro si fonda su verifiche fiscali eseguite dalla Guardia di Finanza di Napoli nel corso delle quali, anche grazie al rinvenimento di una vera e propria contabilità parallela nel computer del direttore amministrativo delle società, è stato possibile quantificare: per la “Nusco Spa”, ricavi non dichiarati tra il 2011 e il 2013 pari a 15,4 milioni di euro, con Ires evasa pari a 4,2 milioni e Iva evasa pari a 3,2 milioni, nonché ritenute non versate pari a 663 mila euro; per la “Property Srl” ricavi non dichiarati tra il 2008 e il 2011 pari a 17,6 milioni di euro, con Ires evasa pari a 4,8 milioni e Iva evasa pari a 4,8 milioni.

Il sequestro ha ad oggetto i conti correnti delle società e i beni mobili e immobili nella disponibilità di Nusco Luigi (amministratore delegato della “Nusco Spa”), Nusco Mario Felice (già Presidente del Cda della “Nusco Porte Spa”) e Nunziata Salvatore (liquidatore della “Property Srl”), nelle province di Napoli (Nola, San Paolo Belsito, Sant’Anastasia, Saviano) ed Avellino (Mercogliano), tra cui in particolare, quattro appartamenti, quattro box auto, due villini, tre magazzini, sedici terreni, quattro autoveicoli (tra cui una Porsche) e due motoveicoli, oltre a numerose partecipazioni societarie.

«L’operazione testimonia il forte impegno della Procura e della Guardia di Finanza nel contrasto all’evasione fiscale, che danneggia le finanze dello Stato, altera la leale concorrenza tra le imprese ed impedisce l’equa ripartizione del carico fiscale tra i cittadini», c’è scritto in una nota diffusa dalla procura.