Una tabaccheria abusiva direttamente in casa, dove vendeva sigarette naturalmente di contrabbando. A scoprirlo sono stati i carabinieri della stazione di Poggiomarino, che hanno bloccato il commercio di un 36enne residente in via San Francesco. In pratica l’uomo aveva aperto una sorta di “attività commerciale”, molto simile a quella a lungo perpetrata dalle vecchine all’interno dei bassi nel ventre di Napoli. Le anziane, fino ai primi anni del 2000, infatti, facevano da manovalanza al sistema delle “bionde” di contrabbando della criminalità organizzata.
Un po’ come quanto aveva messo in piedi il poggiomarinese incastrato dagli uomini agli ordini del maresciallo, Andrea Manzo, che l’hanno colto sul fatto. Il 36enne è stato notato dai militari dell’Arma mentre con il paniere stava calando alcuni pacchetti di sigarette ad un acquirente. Avvistata la scena, le forze dell’ordine hanno lasciato la “gazzella” e sono saliti nell’abitazione del rione San Francesco.
Qui hanno attuato una vasta perquisizione ed hanno rinvenuto quasi due chili di tabacchi esteri lavorati. In particolare i carabinieri hanno rinvenuto 40 pacchetti di marca “Regina Rosse”, 23 di “Regina Blu”, 12 di “Oscar” e 5 di “Gold Mount”: insomma in totale qualcosa come otto stecche di sigarette dello stesso tipo, tra l’altro, di quelle trovate e sequestrate a tonnellate circa un mese fa nella vicina Striano.
Un sequestro che, seppur non enorme, ha destato parecchio sgomento a Poggiomarino, dove non si parlava da anni di contrabbando di sigarette. L’operazione, insomma, ha riportato qualcuno ai vecchi e dolenti tempi in cui i grandi clan erano egemoni su tutto il territorio vesuviano disseminando morte ed illegalità.
Il 36enne è stato “punito” secondo le nuove leggi sui tabacchi esteri lavorati, che non prevedono la denunce penale per la detenzione di meno di dieci chili. Dunque per l’uomo è scattata una multa di 910 euro, che equivale a 50 centesimi di sanzione amministrativa per ogni grammo di tabacchi illegali.