Una bomboletta spray per pulire l’automobile, riposta su una mensola, e un nuovo, piccolo giallo che si apre nell’inchiesta sui fidanzati uccisi a Pordenone. È stata ritrovata dagli inquirenti nell’appartamento di via Colombo, un tempo condiviso da quattro commilitoni della caserma De Carli a Cordenons. Tra loro Trifone Ragone, vittima del delitto del palasport insieme alla fidanzata Teresa Costanza, e Giosuè Ruotolo, in carcere con l’accusa di aver commesso proprio quel duplice omicidio.

La bomboletta era sullo scaffale di Giosuè, tra i beni di proprietà del caporal maggiore di Somma Vesuviana, tuttora detenuto a Belluno. Nulla di strano, verrebbe da dire, se non fosse per il fatto che, sulla scorta delle testimonianze dei coinquilini che dividevano l’appartamento con Giosuè, Ruotolo non teneva particolarmente all’auto. Girava col veicolo sporco e perfino con quel fanalino posteriore sinistro rotto risultato utilissimo per identificare la sua Audi A3 Sportback grigia, ripresa dalle telecamere del Comune dopo il delitto.

Perchè, dunque, improvvisamente compare su quella mensola, tra i beni di Giosuè, una bomboletta spray per pulire la macchina? A “Quarto grado”, su Rete4, l’avvocato Serena Gasperini, legale della famiglia Ragone, ha avvalorato il sospetto che Giosuè possa averlo acquistato per pulire l’auto dopo il delitto, al fine di cancellare eventuali prove. Una tesi, naturalmente, tutta da dimostrare, che arriva proprio mentre Ruotolo, detenuto a Belluno, continua a professarsi innocente, segue attentamente tutte le trasmissioni televisive che lo riguardano e studia come poter uscire da quello che ritiene un incubo giudiziario piovutogli ingiustamente sul capo.

Ma gli elementi sul suo conto si accumulano, in vista della chiusura dell’indagine. Ieri, proprio a “Quarto grado”, sono state nuovamente scandagliate quelle ricerche su un motore di ricerca, “Cerco pistola”, “vendo pistola”, “cerco armi”, che hanno indirizzato ulteriormente le attenzioni dei carabinieri e dei magistrati della procura della Repubblica verso Ruotolo.

Tali ricerche, effettuate a proposito di una pistola Beretta, la stessa marca rinvenuta nel laghetto del parco di San Valentino (il luogo del ritrovamento della pistola, ben conosciuto da Giosuè, che ci andava a correre, e che ci aveva fotografato la fidanzata Rosaria Patrone con due amiche), non sono propriamente una buona notizia per la difesa. L’avvocato Roberto Rigoni Stern è comunque convinto di poter provare l’innocenza del suo assistito e la partita processuale resta, allo stato, aperta.