«Non ho visto il cantiere», avrebbe detto l’autista palermitano 51enne che questa mattina poco dopo le 11 ha investito sulla statale 7 bis un gruppo di cinque operai a lavoro per la pulizia di cunette al km 41,150. Non sono ancora pronti i test fatti dopo il prelievo di sangue all’uomo per verificare se il conducente del tir abbia eventualmente assunto alcol o sostanze stupefacenti prima di mettersi alla guida.
Il 51enne è stato già sentito dalla polizia stradale, così come l’unico operaio rimasto illeso (il cosiddetto “moviere”, l’ultimo della fila della squadra di pulizia che provvede a segnalare i lavori in corso), e alcuni automobilisti di passaggio al momento dell’incidente.
La polstrada lavora su più fronti, dall’ipotesi di una carenza di segnalazione del cantiere in movimento, a quella appunto della percezione alterata della realtà da parte dell’autista, fino alla velocità del mezzo, verificabile solo dopo l’esame nelle prossime ore del cronotachigrafo, la “scatola nera” dei mezzi articolati. Il passaggio del tir, del resto, è avvenuto mentre la squadra era a lavoro tra la corsia di emergenza e quella di marcia. Sotto esame anche i tabulati del cellulare dell’uomo, nell’eventualità che lui si sia distratto per l’uso del telefonino.
Intanto sono stati dimessi con sette giorni di prognosi gli altri due operai feriti nell’incidente, che hanno riportato fratture quando sono rovinati a terra, probabilmente per il violento spostamento d’aria generato dal tir. Il mezzo pesante invece ha investito e ucciso Roberto Mottola, 36 anni, sposato e padre di due figli, e Antonio Di Maio, 58 anni, entrambi del Casertano.
Continuano intanto le perizie sul punto di impatto con il guardrail del mezzo pesante e sulla posizione delle tracce di sangue sul tir, che possono fornire elementi utili a ricostruire la dinamica dell’incidente. Al vaglio degli investigatori, anche i rapporti di lavoro degli operai con la ditta che stava eseguendo lavori di manutenzione ordinaria e di pulizia per conto dell’Anas.