Secondo quanto affermato dalla Procura sarebbe stato il consigliere comunale di maggioranza, Giovanni Tomassi, una delle “menti” dell’operazione “Ombre Cinesi” che ha portato a 7 arresti in regime domiciliare e ad un obbligo di firma. Tomassi avrebbe cominciato questa “attività” già quando sosteneva l’ex sindaco, Domenico Auricchio, per poi continuare in questo periodo quando ha invece deciso di appoggiare l’attuale primo cittadino, Francesco Ranieri. Naturalmente è da sottolineare che gli altri amministratori erano completamente all’oscuro del presunto sistema del giovane politico.

Scrive il Roma: «Giovanni Tommasi è ritenuto l’istigatore della condotta criminosa degli altri e il tramite, anche grazie al suo ruolo di consigliere comunale, tra i cittadini cinesi e i due dipendenti corrotti, con il Del Giudice che approfittava della sua appartenenza alla polizia municipale terzignese e della delega agli accertamenti anagrafici e la D’Ambrosio, ufficiale dell’anagrafe, che effettuava le iscrizioni di cittadini extracomunitari anche senza i diretti interessati e in presenza di irregolarità della documentazione».

La Procura, in tal senso, ha prodotto decine di pagine con intercettazioni telefoniche ed altro materiali che hanno spinto a firmare i decreti di arresti. Spesso pare che i documenti venissero rilasciati negli orari di chiusura degli uffici, quando insomma i promotori delle illegalità potevano operare senza disturbo e lontano da occhi indiscreti.