Si sarebbe allargato il business del clan Fabbrocino di San Giuseppe Vesuviano, che oltre al calcestruzzo – su cui ci sono state già tantissime operazioni – puntano ora sul settore del gioco, il terzo in Italia dal punto di vista della movimentazione di denaro. Ed a lanciare l’allarme è la Dia (direzione investigativa antimafia) che nella sua relazione dedica proprio un capitolo al camorra vesuviana.
Dunque, la cosca dei Fabbrocino si allarga a macchia d’olio, sia dal punto di vista geografico che degli affari. Il clan è infatti sbarcato in Lombardia, tra Brescia e la provincia di Milano, in cui ci sarebbe stato il riciclaggio di contanti sporchi per l’apertura di centri scommesse e sale slot. Ed i Fabbrocino non sarebbero i solo, poiché il business fa gola anche ai vecchi esponenti della Nco di Cutolo, molti dei quali tornati in libertà dopo avere scontato la pena di 30 anni.
Ecco uno stralcio del dossier in cui si parla del fenomeno: «C’è il ritorno di storici esponenti della Nuova Camorra Organizzata e si assiste alla costituzione di gruppi che preferiscono agire in maniera defilata dedicandosi ad illeciti che destano minore attenzione da parte delle forze di polizia, quali la gestione di sale scommesse. La presenza della camorra nel business del gioco d’azzardo è avvalorata da numerose indagini che hanno rilevato l’operatività in Lombardia, particolarmente nella provincia di Brescia, di diverse propaggini dei clan Fabbrocino di San Giuseppe Vesuviano».